
“Molti non riescono a farsi curare a causa di ostacoli logistici, difficoltà nella comunicazione o perché non conoscono i propri diritti. E allora che si fa? Si va direttamente nelle campagne dove vivono, con l’obiettivo di renderli consapevoli che la salute è un diritto e, come tale, va garantito a tutti”.
Loredana, Mediatrice culturale di EMERGENCY, vista da Sio
EMERGENCY è arrivata in Puglia nel 2011 con un intervento di assistenza socio-sanitaria, effettuato grazie a un ambulatorio mobile, nei pressi del Centro di accoglienza e identificazione di Manduria, in provincia di Taranto.
A questo primo intervento è seguito, a partire da agosto 2011, il progetto Water&Sanitation. Realizzato in accordo con la Regione Puglia, il progetto prevedeva il monitoraggio delle forniture idrico-sanitarie negli insediamenti degli immigrati stagionali nella provincia di Foggia. Il progetto ha consentito l’approvvigionamento di acqua potabile e la collocazione di bagni chimici in insediamenti privi dei servizi più basilari.


Sulla base dei bisogni riscontrati e delle esperienze pregresse nel territorio pugliese, EMERGENCY è stata invitata dalla Regione Puglia a proseguire l’assistenza medica di base e il servizio di orientamento socio-sanitario con gli ambulatori mobili. È nato così il progetto “Prevenzione delle malattie infettive”, attivato nel febbraio 2013.
Gli obiettivi principali del progetto erano: garantire assistenza sanitaria di base gratuita e di qualità, sviluppare percorsi di educazione sanitaria e prevenzione con particolare attenzione alle malattie infettive, fornire un servizio di orientamento socio-sanitario per informare gli utenti sui propri diritti e agevolarne l’accesso al Servizio sanitario nazionale.

L’intervento si è concentrato negli insediamenti informali più critici: il Gran Ghetto, Borgo Mezzanone, Masseria Tre Titoli, Ciceroni, prima con il Polibus e, a partire dal 2013, con due mezzi più piccoli, i Minivan, messi a disposizione dalla Regione Puglia.

Ogni ambulatorio mobile era dotato di uno staff proprio, composto da mediatori culturali, infermiere, medico e logista, che si spostavano in diverse aree di intervento, dalla Capitanata ad Andria, per la raccolta invernale delle olive, o ancora a Nardò, per le raccolte estive dell’anguria e del pomodoro.
Si lavorava dalle 15.00 alle 20.00 e, nei periodi estivi, dalle 16.00 alle 21.00, per andare incontro alle esigenze dei braccianti, che rientravano tardi dai campi.
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